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al testo di Bruno Centomo
FIORI TRA LE MANI ai tanti, caparbi, medici di guerra
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Appollaiati sopra le urla, tra macerie e coscienze, stanno angeli stanchi. Non hanno mani per tamponare le ferite della mia fede, non trovano suture per le mie fiacche paure. Silenziosi, passano veloci filo ed aghi, custodi più di tante attese ormai che di questi bimbi stracciati. Anche l’ultimo al mondo dei Trentasei Giusti qui pare aver voltato lo sguardo, gettato l’ultima lacrima.
Il ragazzino saltella sopra l’unica gamba raccoglie ruvidi, meravigliosi fiori gialli, catturati all’eco del sole d’un futuro mancato. Per farne dono galante all’infermiera più bella.
Bruno Centomo 1° Premio alla VII^ ediz. del Concorso “S.Seghetti” Montecarlo (LU) 2013 con la seguente motivazione: ”Per aver descritto in pochi versi le devastanti ferite che le innumerevoli guerre in atto, infliggono nell’anima e nel corpo di tante vittime inermi, terminando però con un lampo di speranza che scaturisce con innocente naturalezza da un gesto d’amore di un bambino”
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